Fluxus vuol dire “fluire, scorrere, mescolarsi”, è un pensiero, una filosofia di vita che si mette in moto, è un insieme di individui, di artisti che non sono accomunati da una teoria estetica, ma dal desiderio di sperimentare cose nuove in libertà espressiva, dall’interdisciplinarietà alla multimedialità, rompendo ogni rapporto con la tradizione e portando avanti nuove sperimentazioni. Fluxus negli accostamenti e nelle modalità espressive è provocatorio, satirico, ironico ed autoironico.

Sono trascorsi 60 anni della nascita di Fluxus. Per questo sessantesimo anniversario ho ipotizzato l’organizzazione la mostra temporanea Fluxus “Editio.LX Fluxus 1962-2022” da tenersi presso il museo “MAMbo - Museo d’Arte Moderna” di Bologna.

Per la creazione del logo ho ragionato su la Faccia Azteca, ripresa dal calendario inciso nella Pedra del Sol usata per svariate pubblicazioni dagli artisti fluxus. 

L’espressione con la linguaccia ha una valenza di archetipo multiculturale.
Una delle simbologie interculturali nell’era del digitale è l’emoji: simboli pittografici che danno forma al modo in cui si esprimono idee ed emozioni via telematica. Le emoji superano le barriere linguistiche e sono utilizzate da tutte le generazioni.
In particolare mi soffermo sull’emoji raffigurante la faccina che strizza gli occhi formando una X, con la bocca aperta e lingua che sporge. Questo simbolo è usato nei messaggi soprattutto per trasmettere la sensazione di divertimento e giocosità, di scherzo, di satira.
È quindi un’immagine che può avere una funzione provocatoria e ironica, in grado di ritrarre lo spirito Fluxus.
Attraverso questa proposta si intende far conoscere alle nuove generazioni l’esperienza Fluxus, rendendola viva e attiva nel presente.